di Giuseppe Sciarra
Un suicidio ci mette sempre davanti al senso di colpa: che cosa potevamo fare per evitarlo? “Perché mi è sfuggita o mi è voluta sfuggire la sofferenza di un’altra persona? Sono così cinico?”. difficile dare una risposta precisa. Ogni uomo o donna che decide di ammazzarsi ha un suo tormento che può manifestare con dei segnali evidenti ma anche celare abilmente con la dissimulazione di una serenità che in realtà non c’è.
Sicuramente alcune morti sono palesemente annunciate e potrebbero essere fermate se si avesse la sensibilità e il coraggio di scorgere le verità scomode che un malessere, per quanto nascosto, può sbatterci in faccia, ma in altre situazioni è più complicato perché la vita dipende sempre da chi la vive e la sua decisione di farla finita dipende da lui.
Quando tentai a quattordici anni di ammazzarmi i miei genitori non se lo sarebbero mai aspettato. Fingevo una felicità che non c’era, indossavo una maschera di ragazzo come tanti che sorride sempre perché non vuole mostrare il mostro che lo domina e logora interiormente; mi ero già arreso. Avevo deciso da tempo di farlo ma non trovavo il coraggio di farlo, poi un episodio di violenza subito nella città in cui mi ero appena trasferito per fuggire a un passato di bullismo e umiliazioni, mi diede il la per farla finita – mi salvai per pochi minuti dopo “un’indimenticabile” lavanda gastrica sotto gli sguardi scioccati e basiti di mio padre e mia madre che si stavano vedendo strappare via dall’oggi al domani un figlio adolescente.
Il dolore di vivere può essere insostenibile e se si è stanchi di restare in questo mondo purtroppo a poco possono servire i buoni propositi di chi vorrebbe aiutarci o la nostra resistenza al male. Detesto frasi banali e odiose come, ” la vita è bella, non bisognerebbe mai togliersela!”, perché la vita non è bella per tutti. A volte non lo è per niente. A volte si è stanchi di lottare.
Io un suicidio lo rispetto, non lo giudico e nessuno dovrebbe giudicarlo mai.
Lo scrivo dopo la triste notizia riguardante un giovane uomo, Achille Vallicella, l’ex tronista di Uomini e Donne – che come abbiamo appreso dai giornali – si è tolto la vita per una grave depressione. La morte di un ragazzo bello, famoso e di successo mi ha fatto pensare quanto il desiderio di morte possa insinuarsi in persone cui apparentemente la vita ha dato tutto. Manuel aveva perso sua madre qualche anno fa. Chissà cosa deve aver provato. E dopo avere letto commenti di ogni tipo sulla sua morte vorrei dire che dovremmo evitare giudizi morali, e restare in silenzio di fronte alla morte. Di fronte al suicidio. Di fronte alla vita degli altri. Alla fine siamo tutti fragili e indifesi di fronte alle tragedie e i dolori a cui la vita ci sottopone. Essere forti è anche questione di fortuna e non è solo un dono [sic] elargito a pochi eletti che la esibiscono al bar.
(29 settembre 2022)
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