Garantire che la data del 25 novembre venga adeguatamente celebrata, sviluppando e sostenendo anche programmi educativi e culturali finalizzati al superamento degli stereotipi di genere e alla sensibilizzazione delle giovani generazioni sul valore del rispetto reciproco e sulla centralità della parità tra i generi. Contestualmente, chiedere il ritiro immediato del disegno di legge 2423, ritenuto lesivo della libertà di insegnamento, dell’autonomia scolastica e dei principi costituzionali di uguaglianza e pari dignità.
Sono le richieste principali che il Consiglio comunale rivolge ad Amministrazione e Governo approvando, nella seduta di martedì 25 novembre, le mozioni sull’adesione alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne e le azioni concrete per la prevenzione e i percorsi di uscita dalla violenza (presentata da Avs, M5s, Spazio democratico, Pd, Pri-Azione-Sl e Modena Civica e approvata con il voto a favore dei proponenti e quello contrario di FdI, Lega Modena e Modena in ascolto, astenuto Forza Italia) e sul ritiro del disegno di legge 2423 e sulla difesa delle azioni educative di prevenzione della violenza di genere (presentata da Spazio democratico, Avs, M5s e Pd, e approvata con il voto a favore dei proponenti e quello contrario di FdI, Lega, Forza Italia e Modena in ascolto).
Sullo stesso tema è stata respinta la mozione di Modena in ascolto e Fratelli d’italia che chiedeva azioni di contrasto alla violenza contro le donne sul territorio modenese e un approfondimento sul tema della maternità surrogata. Il documento è stato respinto con il voto a favore anche di Lega Modena e Forza Italia, contrario di Pd e Avs, astenuto Spazio democratico.
Il Consiglio comunale, dedicato alla Giornata contro la violenza sulle donne, ha visto la partecipazione di diversi ospiti: Francesco Zarzana, autore del corto “Conciliare stanca”; Delio Barone, fratello di Oletta Barone, vittima di femminicidio il 2 marzo 2007 a Ferrara; la psicoterapeuta Mara Fantinati e il Procuratore del Tribunale per i minorenni di Bologna Giuseppe Di Giorgio.
Illustrando la mozione approvata, Laura Ferrari (Avs) ha menzionato la situazione nella provincia di Modena, citando il lavoro di centri e sportelli antiviolenza presenti sul territorio e le tipologie di violenza subita: “Il fenomeno ha una matrice sociale, culturale e patriarcale molto radicata, pertanto vi è necessità di posizioni di condanna chiare e percepibili, nonché di azioni coerenti e di una rete istituzionale che operi per percorsi di cambiamento innanzitutto della mentalità comune, a partire dai contesti deputati all’educazione. Le famiglie non devono essere lasciate sole nella gestione dell’educazione affettiva e sessuale in un tempo complesso per le relazioni sociali: le scuole sono uno strumento e un luogo fondamentale”, ha spiegato.
La mozione esprime quindi la necessità di sviluppare programmi educativi e culturali per superare stereotipi di genere e promuovere il rispetto reciproco, coinvolgendo scuole, consultori, servizi sociali e associazioni del territorio. Attività che possano aiutare i giovani a riconoscere i segnali di comportamenti violenti, comprendere l’esistenza di una rete di supporto e acquisire strumenti psicologici per gestire l’aggressività e reagire in modo adeguato a ogni forma di violenza.
Il documento richiama inoltre l’importanza di sostenere la rete associativa, sanitaria e istituzionale nel rafforzamento dell’educazione affettiva e sessuale in tutte le scuole, riconoscendo il loro ruolo essenziale nel benessere delle nuove generazioni. Si sottolinea la necessità di promuovere sinergie tra servizi e associazioni per garantire piena operatività ai centri antiviolenza, assicurando percorsi di autonomia economica e abitativa alle donne. Viene richiesto anche il coinvolgimento del mondo produttivo e dei sindacati per favorire pari opportunità nel lavoro e contrastare la discriminazione di genere. Infine, si sollecita una maggiore parità nella vita pubblica e amministrativa e, a livello nazionale, si sostiene l’introduzione obbligatoria dell’educazione affettiva e sessuale in tutte le scuole e un incremento dei fondi dedicati alle politiche per i diritti e le pari opportunità.
Illustrando l’altra mozione approvata, Grazia Baracchi (Spazio democratico) ha spiegato che il documento chiede il ritiro del disegno di legge 2423, ritenuto una limitazione alla libertà di insegnamento e all’autonomia scolastica, oltre che un intervento che rischia di ostacolare percorsi educativi fondamentali su parità, rispetto e prevenzione della violenza di genere. Il testo richiama la Convenzione di Istanbul, le strategie europee e l’Agenda 2030, che riconoscono l’importanza dell’educazione sessuo-affettiva per contrastare stereotipi, discriminazioni e violenza di genere. Formare ragazze e ragazzi al rispetto reciproco, al consenso e alle relazioni paritarie – viene sottolineato – rappresenta una forma di prevenzione primaria delle dinamiche di sopraffazione. La mozione segnala inoltre come il disegno introduca divieti nei progetti educativi delle scuole dell’infanzia e primarie e renda obbligatorio il consenso informato nelle scuole secondarie, configurando un controllo esterno sui contenuti educativi e riportando temi di rilevanza pubblica alla sola sfera familiare. La mozione chiede quindi di sostenere le mobilitazioni contro il provvedimento; ribadire il valore della scuola pubblica come luogo libero, sicuro e capace di educare alla cittadinanza plurale; supportare le attività educative oggi in corso; impegnare il sindaco a chiedere ad Anci una posizione netta per il ritiro del DDL e sollecitare i parlamentari del territorio ad attivarsi urgentemente per fermarne l’iter.
Illustrando la mozione respinta e ribadendo la condanna di ogni forma di violenza contro le donne, Andrea Mazzi (Modena in ascolto) ha espresso la necessità, a suo parere, di “potenziare la formazione specifica di tutto il personale che interagisce con le vittime – forze dell’ordine, magistrati, operatori sociali e sanitari – così da garantire competenze adeguate nell’accoglienza e nella protezione”. Il documento respinto invita inoltre l’Amministrazione comunale a promuovere, tramite Memo, percorsi formativi rivolti al personale scolastico sui temi del rispetto reciproco, delle relazioni paritarie e dell’educazione civica. Si invita il mondo imprenditoriale e sindacale a rafforzare politiche per la parità di genere, l’incremento dell’occupazione femminile e delle politiche di conciliazione vita-lavoro. Infine, si chiede alla Commissione Servizi di organizzare una seduta dedicata al tema della maternità surrogata, con il coinvolgimento di realtà che operano sul tema, di esperti e di testimoni.
(26 novembre 2025)
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