di Redazione Modena
Due i teatri ERT in cui è atteso Troiane da Euripide, nell’adattamento di Angela Demattè e con la regia di Andrea Chiodi: dal 27 al 30 gennaio (giovedì e venerdì ore 20.30, sabato 19.00, domenica 16.00) al Teatro Storchi di Modena e poi martedì 1 febbraio alle ore 21.00 al Teatro Ermanno Fabbri di Vignola.
“Come si può rappresentare oggi una tragedia dopo averne vissuta una ma senza averla vista, senza aver compianto i morti?» con queste parole la drammaturga Angela Demattè s’interroga sul senso di rappresentare oggi il testo di Euripide, una riflessione che trova risposta nelle parole del regista Andrea Chiodi: «Se vogliamo trovare uno spiraglio, un fiato di speranza io la ritrovo in quell’inizio di Ecuba in cui la regina dice: “Dobbiamo alzare la testa…”. Ecco, dobbiamo alzare lo sguardo, sollevare la testa e provare ad andare oltre la tragedia, non andrà tutto bene, ma andrà tutto secondo un bene misterioso che noi cerchiamo di indagare. Partiamo da Troiane di Euripide per interrogarci sul senso del tragico, sul senso del male che entra nella nostra vita, nelle nostre case”.
Su questa premessa si basa la rilettura dell’epopea degli sconfitti troiani, paradigma di ogni vinto nella Storia, uno dei più grandi capolavori del canone occidentale che a ogni nuova messinscena pone domande sempre diverse e sollecita molteplici interpretazioni, trovando sempre la strada di parlare al presente.
Affidandosi al talento di Elisabetta Pozzi e a un cast di attori composto da Graziano Piazza, Federica Fracassi, Francesca Porrini e Alessia Spinelli, Andrea Chiodi e Angela Demattè danno vita a uno spettacolo che va al cuore dei grandi temi che attraversano la storia e il pensiero della civiltà europea, e che oggi risultano così vertiginosamente vicini ai tempi che stiamo vivendo: il rapporto tra essere umano e destino, il lutto e il compianto, i legami familiari e tra generazioni che eventi enormi e dolorosi stravolgono, lasciando chi resta nell’affannosa ricerca di un senso.
Un testo immortale che permette al pubblico di cercare il significato di vicende luttuose e amare nelle pieghe del linguaggio teatrale, nel racconto corale che suscita emozione e riflessione.
«La tragedia antica – commenta Andrea Chiodi – ci ha insegnato tutto ma sembra non averci cambiato. Quelle immagini antichissime hanno rimbalzato continuamente nei secoli fino a ora mentre io scrivo e voi leggete: figli strappati alle madri, morti insepolti e portati via, sete di potere, lotta per il potere… persino Amleto si interroga su questo persistere del significato della tragedia, e proprio di Ecuba: “Che cos’è Ecuba per lui, e lui per Ecuba perch’egli possa piangere ancora così?”. Perché possiamo piangere ancora così? Forse Euripide lo sapeva bene, conosceva il cuore tragico della sorte umana, sapeva che l’uomo nasce crudele, nasce per soffrire».
Portare oggi in scena Troiane dà modo di riscoprire i legami umani e comunitari da cui nasce ogni grande rito collettivo, che sia politico, religioso o teatrale: l’ascolto, la condivisione di uno spazio unico e soprattutto della parola corale, per realizzare insieme un’esperienza nuova e al tempo stesso antichissima di teatro della polis.
Angela Demattè Drammaturga e attrice, nata e cresciuta in Trentino, si trasferisce a Milano dove si laurea in Lettere e si diploma all’Accademia dei Filodrammatici. Nel 2009 scrive Avevo un bel pallone rosso e vince il Premio Riccione e il Premio Golden Graal. Il testo è messo in scena da Carmelo Rifici con il quale inizia una profonda ricerca che produce, tra gli altri: L’officina, Chi resta, Clitennestra o la morte della tragedia (per Elisabetta Pozzi), Il compromesso, Ifigenia, liberata e Macbeth, le cose nascoste. Negli stessi anni lavora come Dramaturg e autrice per i registi Sandro Mabellini, Renato Sarti, Valter Malosti e soprattutto per Andrea Chiodi, con cui produce una fortunata Bisbetica domata. Scrive, dirige e interpreta Mad in Europe che vince il Premio Scenario 2015 e il Sonia Bonacina. Nel 2019 la città di Trento le conferisce il Premio Aquila d’Oro per la cultura. Nella sua personale ricerca drammaturgica indaga le potenzialità e i limiti del linguaggio identitario, argomento su cui ha creato diversi laboratori e masterclass per Matearium Teatro, Proxima Res, Karakorum Teatro, Teatro Franco Parenti e TrentoSpettacoli. Il suo lavoro è pubblicato in Italia, Francia, Svizzera, Germania ed Egitto. J’avais un beau ballon rouge è stato in scena in Francia, Svizzera, Belgio per quattro stagioni con la regia di Michel Didym e vince nel 2013 il premio Palmarès Coup de coeur per gli attori Richard e Romane Bohringer.
Conversando di teatro
Un’occasione per incontrare i protagonisti della stagione, per approfondire la conoscenza dei processi creativi, riconoscere i nessi tra lo spettacolo e la realtà di tutti i giorni, scoprire i segreti del “fare scenico” dalle parole degli stessi artisti. Gli appuntamenti di Conversando di teatro sono realizzati da ERT / Teatro Nazionale in collaborazione con gli Amici dei Teatri Modenesi e sono condotti da Sergio Lo Gatto. Sabato 29 gennaio, ore 16.00 – Teatro Storchi: incontro con la compagnia intorno allo spettacolo Troiane. Al termine seguirà un aperitivo; ingresso libero
(26 gennaio 2022)
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