di Ragazzi di Tehran #Pasdaran twitter@gaiaitaliacom #Iran
Per coprire i suoi fallimenti nell’aiutare le popolazioni colpite dalle terribili inonadazioni che hanno colpito l’Iran, il regime ha deciso di punire tutti coloro che mostrano il dramma del disastro ambientale, o che portano aiuti alle vittime senza autorizzazione.
Per questo, dopo le minacce della polizia – vietato pubblicare sui social video e foto delle inondazioni, pena il carcere – ora gli agenti dei Pasdaran hanno arrestato 11 arabi-iraniani che, in questi giorni, si sono prodigati per portare cibo e coperte alle vittime delle inondazioni nel villaggio di Gurieh, Provincia del Khuzestan. Gli 11 attivisti sono stati arrestati il 7 aprile presso la citta’ di Mahshahr.
Degli 11 arrestati, si conoscono i nomi di sole due persone: Ahmad Ka’bi e Yaghoub K’abi, arrestati senza alcuna ragione ufficiale, dopo aver discusso con le autorità del regime proprio per gli aiuti che portavano volontariamente. Ricordiamo che, ad oggi, i morti per le inondazioni sono stati almeno 77 e i feriti superano le 1000 persone.
Il comportamento repressivo del regime contro i volontari non deve stupire: è capitato già in passato, quando il regime non riuscì ad aiutare le vittime di terribili terremoti – ad esempio nel 2013, quando venne arrestato nuovamente anche il blogger e attivista Hossein Ronaghi-Maleki. D’altronde, solamente l’8 aprile scorso, era stato postato un video in cui davanti alle rimostranze di un anziano arabo-iraniano al Governatore del Khuzestan (“invece di mandare i soldi in Siria, aiutate noi iraniani!”), il Governatore Gholamreza Shariati rispondeva accusando l’uomo di essere “un nemico dello Stato”.
Ecco cos’e’ l’Iran clericale del 2019: un regime che, alla vita e alla sicurezza dei suoi cittadini, preferisce inviare i soldi ad Assad, reprimere chi esprime dissenso e censurare chi mostra la verità dei fatti.
(15 aprile 2019)
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